Nervo vago e ansia: riconosci i sintomi nel tuo corpo
Nervo vago e ansia: riconosci i sintomi nel tuo corpo
Cos’è il nervo vago e come influenza ansia e stress
Il nervo vago è spesso al centro delle nostre reazioni fisiche di fronte ad ansia, stress e paura. Queste emozioni si manifestano come “reazioni viscerali”, come la sensazione di un nodo allo stomaco, il cuore che batte più forte o la respirazione che si fa corta e affannosa. Ma cos’è esattamente il nervo vago e perché è così importante per il nostro benessere?
Introduzione al nervo vago
Cos’è il nervo vago
Il nervo vago è il più lungo dei nervi cranici, che parte dal tronco encefalico e si estende fino all’addome, collegando il cervello a molti organi come cuore, polmoni, stomaco e intestino. Questa connessione gli ha valso il nome di “asse di comunicazione intestino-cervello”, perché permette una continua comunicazione tra la mente e il corpo.
Perché il nervo vago è importante per il benessere?
Negli ultimi anni, il nervo vago ha guadagnato molta visibilità sui social media come Instagram e TikTok (#vagusnerve). Questo perché è una sorta di “superstrada” del nostro sistema nervoso, capace di influenzare la nostra capacità di rilassarci, di respirare in modo calmo e di percepire un senso di sicurezza. Non a caso, è spesso citato da operatori del benessere e terapeuti per il suo ruolo fondamentale nella regolazione delle emozioni.
Paura, ansia e nervo vago
La differenza tra paura e ansia
Paura e ansia sono emozioni distinte, entrambe attivate per affrontare un pericolo, reale o percepito:
- Paura: È un’emozione arcaica e viscerale, una risposta immediata a un pericolo presente.
- Ansia: Coinvolge l’immaginazione, la progettazione, l’anticipazione, e preoccupazioni su ciò che potrebbe accadere in futuro.
Queste riposte emotive sono utili alla sopravvivenza quando il pericolo è reale, ma non quando si tratta di un pericolo lontano, ipotetico o immaginario, che mantiene attivo uno stato di allerta.
L’evoluzione della risposta al pericolo
La nostra capacità di rispondere al pericolo si è sviluppata nel corso dell’evoluzione, partendo dagli animali più primitivi fino ad arrivare agli esseri umani.
Secondo la teoria del cervello tripartito di Paul MacLean (1990), il cervello ha tre strati: il “cervello rettiliano” (più primitivo), il “cervello mammaliano” (intermedio) e la neocorteccia (più evoluta).
Di fronte a un pericolo, reagiamo prima con istinti e riflessi delle parti più primitive (Jackson, 1888). Solo dopo, se possibile, intervengono le aree più razionali come la corteccia prefrontale.
L’amigdala: il rilevatore di fumo
L’amigdala è una struttura cerebrale fondamentale per la paura. Quando percepiamo un potenziale pericolo, come del fumo, attiva subito una reazione di allarme, preparando il corpo a reagire. Solo dopo interviene la parte razionale del cervello, che valuta se il pericolo è reale, magari notando che il fumo proviene da un barbecue nel giardino dei vicini che si stanno divertendo.
La Teoria Polivagale di Stephen Porges
La Teoria Polivagale, sviluppata dal neurofisiologo Stephen Porges (2014), spiega come il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) regola le risposte di sicurezza e pericolo attraverso il nervo vago. È utile in psicologia per capire le disregolazioni che si verificano in condizioni di ansia, depressione, stress o traumi, che alterano la percezione e i processi fisiologici.
Come funziona la Teoria Polivagale?
Secondo la Teoria Polivagale, il sistema nervoso reagisce ai pericoli in modo gerarchico. In pratica, è come se il nostro corpo avesse un piano A, un piano B e un piano C per affrontare le situazioni difficili:
Piano A – Coinvolgimento sociale: In condizioni di sufficiente sicurezza, entra in gioco il sistema ventro-vagale parasimpatico, tipico dei mammiferi superiori e degli esseri umani, che ci aiuta a cercare sostegno e conforto nelle relazioni.
Piano B – Attacco o fuga: Se la minaccia è più seria, il sistema simpatico si attiva per prepararci all’azione. Il cuore batte più forte, i muscoli si tendono, e siamo pronti a reagire, scappando o difendendoci. Questa risposta la condividiamo coi mammiferi.
Piano C – Immobilizzazione: Di fronte a un pericolo estremo, quando non possiamo né fuggire né combattere, si attiva il circuito dorso-vagale parasimpatico, che induce uno stato di immobilizzazione. Questa è la risposta tipica dei rettili.
Esempi di difese mobilizzanti e immobilizzanti
Per comprendere meglio l’impiego pratico delle difese mobilizzanti ed immobilizzanti possiamo fare qualche esempio.
Pensiamo ad un animale che si trovi di fronte a un predatore. Prima cerca di scappare (fuga), poi si difende (attacco), e se tutto fallisce, si immobilizza (freezing) sperando di non essere visto. Infine, se viene catturato, può simulare la morte per scoraggiare il predatore a mangiarlo.
Situazioni simili si verificano nell’uomo. In caso di un trauma intenso, come un’aggressione sessuale, una persona potrebbe tentare di fuggire (fuga), poi di difendersi (attacco), e infine bloccarsi (freezing), entrando in uno stato di dissociazione.
Come il sistema nervoso reagisce al pericolo
La Teoria Polivagale viene definita “poli”-vagale proprio perché suppone l’esistenza di differenti circuiti o ramificazioni del nervo vago che attivano risposte differenti in situazioni di minaccia o pericolo.
Quando il corpo si spegne o si “congela”
Il circuito dorso-vagale è il più antico e controlla le funzioni di base del corpo, come la digestione e l’equilibrio interno.
In situazioni di pericolo, può attivare una risposta di immobilizzazione (freezing), associata a una paura profonda. La persona si presenta in uno stato di blocco vigile, con i muscoli rigidi e tesi, i sensi attivati.
In casi di minaccia ancora più intensa, il circuito può indurre un collasso o uno “spegnimento” (shut down). Chi si trova in questo stato può apparire stanco, con i muscoli flaccidi, movimenti lenti, sguardo perso nel vuoto e battito cardiaco rallentato. Questo stato si associa spesso a tristezza o stati depressivi.
Quando il corpo si prepara all’azione
L’attivazione del sistema simpatico invece prepara il corpo a reagire, favorendo comportamenti come l’attacco o la fuga, per fare fronte a un pericolo. Queste risposte sono più evolute rispetto alle precedenti.
Fisicamente, ciò si traduce in un aumento della tensione muscolare, dell’ossigenazione del sangue, della vasocostrizione e della frequenza cardiaca, spesso accompagnati da emozioni di rabbia o paura.
Quando il corpo si rilassa
Il circuito ventro-vagale, evolutivamente più recente, si è sviluppato nei mammiferi superiori e nell’uomo, aiutandoci a sentirci al sicuro e a connetterci con gli altri.
Il circuito ventro-vagale coinvolge gli organi sopra-diaframmatici e comprende una componente viscero-motoria, che regola cuore e respiro e una componente somato-motoria, che controlla i muscoli di viso, collo e testa, permettendo l’espressione delle emozioni nelle interazioni sociali.
Da un punto di vista fisico, questo circuito ha un effetto calmante: il battito cardiaco rallenta, il respiro diventa più profondo e i muscoli si rilassano, favorendo l’ascolto e la comprensione.
Ritrovare la calma dopo il pericolo
Quando il sistema di allarme resta attivo
A volte, il nostro sistema di allarme resta attivo anche quando il pericolo è passato, come un campanello che continua a suonare senza motivo. In questi momenti, è fondamentale centrarsi nel presente e ritrovare la calma fisica e mentale.
Il sistema parasimpatico ventro-vagale ci permette di connetterci con gli altri, cercare sostegno sociale e collaborare, ma funziona solo se ci sentiamo sufficientemente al sicuro. Quando ci sentiamo in pericolo, infatti, il corpo è in modalità di emergenza ed è difficile aprirsi agli altri.
Non dobbiamo colpevolizzarci per queste reazioni: sono difese naturali pensate per proteggerci. Tuttavia, se lo stato di allerta persiste, un supporto psicologico può essere di grande aiuto. La relazione terapeutica offre un luogo sicuro dove costruire fiducia e ritrovare la serenità.
Benefici della Psicoterapia corporea
La psicoterapia corporea aiuta a comprendere come il corpo reagisce allo stress e a riequilibrare queste risposte. Sentire la sicurezza nel corpo è fondamentale per ridurre l’ansia e ritrovare il benessere. Con il supporto di un terapeuta, puoi esplorare queste reazioni e usare tecniche per stimolare il nervo vago, recuperando la calma.
Non basta sapere di essere al sicuro: è necessario sentirlo nel corpo, ed è proprio qui che una psicoterapia basata sul corpo fa la differenza. La terapia offre un ambiente sicuro per ripristinare le basi neurofisiologiche del coinvolgimento sociale. I cambiamenti ottenuti sono duraturi, perché agiscono in profondità sul sistema nervoso, quasi come un “reset” che riporta equilibrio e serenità.
Esempio clinico: il caso di Marta
Marta, una giovane donna di 25 anni, soffriva di ansia e tensione muscolare costante, specialmente nelle spalle e nella zona del petto. Durante le sedute di psicoterapia corporea, abbiamo lavorato su esercizi di respirazione diaframmatica e movimenti lenti per stimolare il suo nervo vago.
Col tempo, Marta ha iniziato a sentire un senso di rilassamento e calore nel corpo durante le sedute, un segno che il suo sistema ventro-vagale si stava attivando, ritrovando nello spazio della terapia anche un luogo sicuro in potersi aprire, e condividere le proprie esperienze e preoccupazioni.
Grazie a questa nuova consapevolezza, Marta è riuscita a gestire meglio le situazioni stressanti, riportando una maggiore sensazione di calma e sicurezza anche nella vita quotidiana.
Interventi per ripristinare la calma e il benessere
Di seguito riporto degli esempi di interventi corporei che aiutano a sperimentare un senso di calma e benessere nel corpo:
- Respirazione diaframmatica: Respirare profondamente e lentamente aiuta a inviare segnali di sicurezza al cervello.
- Movimento lento: Fare una passeggiata lenta o praticare yoga può aiutare a ridurre l’attivazione del sistema simpatico.
- Meditazione e mindfulness: Queste tecniche favoriscono l’attivazione del circuito ventro-vagale, aiutandoci a rilassarci.
- Danza-movimento terapia: Promuove l’auto-consapevolezza e la presenza incarnata nel movimento.
Psicologa per l’ansia a Verona e online
Se soffri di ansia, stress o porti nel corpo le tracce di un trauma, una psicoterapia corporea può fare la differenza. Non lasciare che l’ansia e lo stress condizionino la tua vita.
Sono una psicologa e psicoterapeuta e insieme possiamo lavorare per ritrovare serenità e sicurezza nel tuo corpo. Contattami per una consulenza, in studio a Verona o comodamente online.
Vuoi vincere l’ansia e stare meglio nel tuo corpo?
- Vuoi sapere di più sulla psicoterapia corporea? Leggi il mio articolo “Come scegliere la psicoterapia adatta”.
- Forse può interessarti anche il mio articolo su “Come gestire lo stress“.
Dottoressa Michela Malfatti
PhD Psicologa Psicoterapeuta
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Bibliografia
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Jackson, J. H. (1998). Classics in psychology, 1881-1887: Evolution and dissolution of the nervous system, vol. 17. A cura di Wozniak R. H. History of Psychology. Bristol: Thoemmes Continuum.
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Laban, R. (1999). L’arte del movimento. Macerata: Ephemeria Ed.
MacLean, P. D. (1990). The triune brain in evolution. Role in paleocerebral functions. Plenum New York Press.
Porges, S. (2014). La teoria polivagale: Fondamenti neurofisiologici delle emozioni, dell’attaccamento, della comunicazione e dell’autoregolazione. Roma: Fioriti.
Porges, S. W. (2018). La guida alla teoria polivagale: Il potere trasformativo della sensazione di sicurezza. Giovanni Fioriti Editore.
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